Tratto dal romanzo considerato più lungo del mondo:

…in una giornata d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po’ di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d’avviso. Ella mandò a prendere uno di quei biscotti pienotti e corti chiamati Petites Madeleines, che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata d’una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito rese indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale…

Marcel Proust, “Alla ricerca del tempo perduto”

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Leggendo l’incipit di questo romanzo, ci sono venute in mente tante sensazioni, ricordi, immagini legate all’infanzia, al passato spensierato… e il passo verso i cibi, i dolci e i sapori che in qualche modo, casualmente, ci riportano indietro nel tempo, è stato brevissimo!

Basta un dolcetto, come la madeleine, intinto nel tè e… les jeux sont faits!

Recentemente la Repubblica, in prima pagina, ci propone anche una spiegazione scientifica a questo processo di memorizzazione potentissimo… ma noi preferiamo assaggiare un dolcetto e vedere che succede! 😛

Quali sono le vostre madeleine portatrici di dolci ricordi? In che modo ve ne siete accorti?

A volte, i dolci non si mangiano solo per la loro bontà, o per la nostra golosità, vero? 😉

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Madeleines
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